domenica 27 ottobre 2013

L'azienda Forza Italia

 Chi non lo avesse ancora capito fino in fondo, Berlusconi è l'industriale che 20 anni fa ha fondato Forza Italia, la sua seconda azienda, accanto a Mediaset, forse anche per salvare la prima. Non importa. Ci ha messo dei soldi, forse tanti, ma i calcoli li ha fatti bene, perchè i conti di mediaset, per molti anni sono andati a gonfie vele, oggi un pò meno. Ma in tempo di crisi anche i ricchi possono piangere.
Ora accade che il Popolo delle libertà, nato sulle ceneri di Forza Italia, terza sua industria, viene chiuso, e il padrone torna a Forza Italia. Chiama il management, nel consiglio di amministrazione con sede a palazzo Grazioli, e dice che tutte le cariche sono azzerate, esattamente come si fa nelle ristrutturazioni aziendali. Berlusconi avoca a sé ogni delega o incarico, in attesa di  trovare nuovi manager a cui affidare la guida della sua nuova-vecchia azienda. E di indicare anche il suo successore al vertice, fra i membri della sua famiglia, proprietari dell'azienda, quantomeno maggiori azionisti - si fa il nome di Marina, la tosta.  Intanto  ha da saldare alcuni debiti che ammontano ad un centinaio di milioni, per i quali è difficile possa chiedere contributi ai manager che ha appena scalzato dai posti di comando. Dunque lui paga, e solo lui, i debiti, perchè è lui il padrone dell'azienda e l'amministratore delegato pro tempore. Si tiene del vecchio management solo la sua femme de chambre, segretaria particolare, la parlamentare Rossi, che lo segue passo passo come un ombra e che dunque parlamentare è stata assai poco, occupatissima a reggere l'ingorgata segreteria del  padrone. Il quale deve quanto prima passare comunque la mano perchè è stato condannato per frode fiscale, con condanna definitiva e quindi fra breve, dovrà scontare la pena in affidamento ai servizi sociali, visto che il carcere per un reato in fondo veniale come quello della frode fiscale, il carcere non è previsto e neanche una multa che farebbe arrivare nelle casse dello Stato quei  sei milioni evasi, più interessi. I manager messi alla porta dal padrone e quei pochi che se ne sono andati sua sponte, quando hanno visto le cattive acque in cui navigava  dell'azienda, ora si sono messi su pizza in cerca di un nuovo padrone, esattamente come fece Leporello alla morte del suo Don Giovanni  - l'accostamento a Don Giovanni non tanto per il prestigio del mito quanto per le debolezze umane dei due ha perseguitato il capo azienda e continua tuttora a   perseguitarlo. Quei manager, infatti, abituati a mangiar caviale ed a bere champagne, alla faccia del padrone, prima di accontentarsi di bruschetta e gazzosa, vogliono provarle tutte. Per tener alto il nome del Paese.

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