martedì 15 ottobre 2013

La stampa, e quella di settore in special modo, si trastullano

Accade di leggere in queste ultime settimane, di cui la memoria ancora è viva, di donne che inonderanno il palcoscenico all'aperto dello Sferisterio di Macerata, la prossima estate, come annunciato da tempo dal suo direttore artistico, il regista Francesco Micheli. Il quale ha così profondamente ragionato: se il palcoscenico è pieno di donne, di ogni genere dalle sante alle puttane, perchè  non lo può essere anche il podio? e perciò ha chiamato tre direttrici che  avranno la responsabilità delle tre opere in cartellone. La profondità di pensiero ci sconvolge, letteralmente. E allora i giornali, anzi  un giornale ne parla, sebbene con quattro mesi di ritardo.  E passi.
Ma lo stesso giorno, altra rivelazione - i grandi quotidiani si telefonano alla viglia di scoop mondiali - da un altro grande giornale del quale, pure, non diciamo il nome. In Siberia si è isolato un direttore greco, quarantenne, che predica la rivoluzione nel campo della musica: chiudere l'Opéra, il Metropolitan, il Covent Garden ( non ricordiamo se ci ha messo la Scala) perchè sono il regno di Satanasso, dove regna il marketing, gli affari, gli alti cachets, come in molti altri settori musicali, a scapito della musica. E che nel mondo  si voglia  di cambiare musica - prosegue l'acuto giornale- lo attestano numerose iniziativ; dunque il lupo siberiano non è poi così solitario. E si citano, esemplarmente, i casi di Dudamel, di Lang, due campioni, sul secondo dei quali, in specie, l'ombra del marketing è visibile a mille chilometri dei distanza.
Dunque se nel mondo della musica, quello istituzionale, regna l'affare o il malaffare, perchè nessuno ne parla, per una vera pulizia, nella prospettiva  della stesura di una nuova partitura musicale emendata di tutti gli errori e le illegalità, ma anche di  semplici, e pur dannosi, travisamenti?
Se se ne parla, lo fa 'Il fatto quotidiano' che solitamente a simili argomenti non dà spazio, come ha fatto agli inizi di ottobre quando ha segnalato il grande giustificato scontento che regna all'Accademia di Santa Cecilia, in relazione soprattutto alla gestione Cagli che dura da una eternità.  Il quale Cagli, di recente, si è fatto sentire per protestare contro il decreto 'Valore Cultura' che toglierebbe posti, nel consiglio di amministrazione ( di indirizzo?) agli accademici (ma come fa Cagli a lamentarsi se proprio lui ha riempito il consiglio di membri 'laici', cioè non  accademici ceciliani? Vuole,anzi vorrebbe gli uni e gli altri, per la semplice ragione che quelli esterni li ha dalla sua parte; ed anche quelli interni, sono lì, perchè appartengono al suo giro - come ha evidenziato ' Il fatto quotidiano', accennando alle dure lettere che il Cardinale Bartolucci ha inviato in Accademia per lamentare una situazione nella quale si ravviserebbe perfino il 'voto di scambio'.
Perchè di questo i giornali, anche quelli di settore non parlano, ed invece propongono agli ignari lettori, ad ogni uscita, un sondaggio rilevatore di chissà quali segreti, come  quello recentissimo dedicato alle voci 'verdiane' dal quale è emerso - udite udite- che oggi i cantanti cosiddetti verdiani sono merce rara e che la più grande cantante è stata  - lo sapevate? - maria callas.
 Ma perchè non parlano mai anche delle gambe storte delle istituzioni da raddrizzare? un esempio? quella gamba storta dell'invasione degli artisti stranieri in Italia. Un argomento che ci sta particolarmente a cuore.
 La risposta è una sola: le istituzioni, anche per apparire in detti sondaggi ai primi posti delle classifiche (per noi  tali sondaggi sono farlocchi e comunque inutili ed inattendibili; in essi i Berliner sono scesi di molti gradini) si sdebitano attraverso l'acquisto di pagine pubblicitarie ) e sono le uniche che ancora la danno - la pubblicità- alle riviste di settore. Lunga vita alla buona stampa!

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